Domenica da cani.

BergamoFinalmente maggio rovescia un po’ di sole su Bergamo. Dopo la porta Sant’Agostino mi avvio lungo le mura cercando la mia strada tra i turisti domenicali. Rispetto il codice delle precedenze, regole non scritte che obbligano a cedere il passo a carrozzine, cani e biciclette.    Amanti avvinghiati siedono sulle pietre poste quando i veneziani dominavano la città, coppie di litiganti affiancati occupano lo stretto passaggio lungo gli alberi secolari, e vacillanti anziani cercano un’ombra di rispetto che vien loro negata.

Una signora con un cane poco più grande di un arrosto da un chilo, strappa con foga i sacchetti per gli escrementi dal dispensatore messo a disposizione dal comune: al quinto si ferma e si rende conto di essere osservata.

“Diarrea?”, le chiedo.

La donna si guarda attorno poi ficca i sacchetti in borsetta e se ne va con aria indispettita.

Allungo il passo per i dieci metri di strada libera che ho davanti a me e osservo un labrador trascinato a forza da una padrona che incassa insulti da un’adolescente aggressiva. Il povero cane resta indietro, strangolato, con la lingua penzoloni. La sua padrona lo amerà sicuramente alla follia, solo che pare averlo messo in secondo piano, in posizione di rimorchio forzato.

Trotterello in sorpasso di una coppia di mezz’età. “C’han tutti il tennis”, dice lui con voce alterata alla donna ansimante al suo fianco. “Solo tu devi venire con quelle scarpe lì.”

Lei non replica, oppure io non la sento. Guardo le scarpe del gruppo di persone davanti a me e constato che ha ragione lui: tutti portano scarpe sportive. Una scarpa di tela dorata scende rapida dentro un mucchietto di feci canine fresche, ma non rallenta il ritmo.

Salgo fino al castello e mi concedo qualche minuto di panorama. Una donna dai lineamenti asiatici preme con la sinistra un cagnolino sul muretto antico, mentre con la destra regge il suo iphone ultimo modello. Non capisco cosa gli dice, ma intuisco che vorrebbe che lui si mettesse in posa per una foto con Bergamo sullo sfondo. La bestiola, che non ha la mia stessa capacità intuitiva, si gira e si tuffa nel vuoto lasciando sul cellulare della padrona l’immagine di un mondo senza cani.