La Macchia

L’interpunzione è il Cubo di Rubik dello scrittore, un giocattolo che richiede l’impiego di algoritmi per raggiungere l’obiettivo per cui è stato pensato, ma che offre il meglio della sua bellezza cromatica quando le regole sono sapientemente disattese. La sapienza però non alberga in ogni penna e la geniale varianza di colori non è apprezzata da ogni critico letterario così, a meno di non firmarsi con un nome altisonante in letteratura, è opportuno conoscere e applicare le regole.

Il mio bisnonno Gustav Adolf von der Schulenburg era stato un valente matematico; aveva avuto anche un grande talento per la poesia e un’insana passione per le donne che gli erano costate l’intero patrimonio di famiglia. Qualcuno aveva detto che gli mancava la grazia dell’anima e, infatti, era gentile solo se necessario. In compenso lo caratterizzavano uno spirito caustico, una critica tagliente e uno scetticismo abissale che gli avevano procurato molti nemici.

L’appartenenza all’aristocrazia gli garantì comunque una posizione di funzionario imperiale e uno stipendio dignitoso che gli permise di mantenere almeno la famiglia. Più tardi, proprio grazie alle sue capacità in matematica, era diventato direttore della British & Mercantile a Berlino, riuscendo così a ripianare le sue finanze. Ma non riuscì mai a smussare il suo carattere.

Un giorno gli arrivò un rimprovero dal presidente della provincia perché aveva stilato i rapporti e inoltrato le richieste senza alcun segno d’interpunzione. Schulenburg riteneva che quanto aveva da riferire fosse più importante delle virgole. E fu esattamente ciò che rispose al presidente, aggiungendo che –in verità– non si sentiva molto sicuro nel campo dell’interpunzione ma voleva fare ogni sforzo per rimediarvi. Fece perciò una grossa macchia d’inchiostro sul margine sinistro della lettera e, in forma cortese, pregò il signor presidente della regione di prendere dalla macchia ciò che gli serviva per le virgole e i punti.

Personalmente seguo la regola “less is more” risparmiando sulle virgole e questo mi costa qualche volta la critica dei recensori così, ogni tanto, mi coglie il desiderio di fare come il bisnonno e offrire all’inizio di ogni mio testo una bella macchia d’inchiostro.